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Era solo un ragazzino, che ben poco comprendeva la morte. Era stato a qualche funerale, aveva perso qualche parente. Ma mai come quella volta, nemmeno quando si era impressionato nel toccare la pelle fredda e rigida di suo nonno, si era chiesto cosa si provasse a morire. Non riusciva a non pensare alla sua professoressa di incantesimi, tanto paziente e sorridente, nei suoi ultimi istanti. Non riusciva a concepire il fatto che non avesse avuto paura. Non smetteva di pensarci, di figurarselo, quasi come se quell'immagine potesse riuscire a spiegargli la morte. Morire faceva dannatamente paura, in qualsiasi modo. Aveva avuto paura, lei? Era stato come addormentarsi?

Dopotutto Abed aveva rischiato di morire, e con lui anche altri ragazzi. Non capiva davvero la tristezza, lo shock che sembrava aleggiare nella Sala Grande. Davvero stavano piangendo un'assassina? Quando vide Genneya (ancora) piangere direttamente non riuscì più a frenarsi. Si scusò con Nadeen, ma per Merlino quando era troppo era troppo.

«Sai cosa mi da fastidio, Genneya?»

Le mormorò con un grosso sorriso, come se le stesse facendo un complimento. Doveva al suo Prefetto il non dover fare una scenata di fronte a tutta la scuola. Almeno quello.

«L'ipocrisia. Piangi una Mangiamorte. Letteralmente un'assassina, però poi vuoi fare la figura della gentile. Appena possibile però hai dei modi da bulletta di quartiere, facendo sparate ad alta voce come una perfetta Malfoy. Hai pianto miseria fino a ieri, e oggi eccoti qui, la principessina buona che va a mettere il nome per il Torneo»

Indicò il tavolo dei Serpeverde.

«Loro sono come te, ma almeno hanno l'onestà di non far finta di essere ciò che non sono. Tu invece sei falsa. Tutta la tua esistenza è una menzogna, al punto che neanche tu saprai se fare il piantino da Genneya buona o la risposta da Genneya cattiva. Ecco il mio problema con te. Odio i falsi»

Concluse con uno sguardo verso Abed, che sapeva condividere una parte delle sue opinioni. Gli importava relativamente se gli altri fossero d'accordo con lui, anche perché il primo istinto Tassorosso era quello di conciliare e mediare. Ma non sarebbe stato lì a far finta di accettare chi piangeva colei che aveva messo a rischio la vita dei loro compagni.

Perlomeno non senza dirle in faccia che era più falsa dell'occhio di Flint.

“Il Professor Burke…” la interrompo…. ammazza animali e sta ancora nel medioevo. FORSE LUI SI CHE AVEVA QUALCOSA DA NASCONDERE. “…non può farlo. Ci deve essere un controllo del Ministero no? Non si può improvvisare. È illegale!” solfeggiai con voce polemica e saccente.
E poi il Professor Burke usa mosche morte e fegato di Drago, il medioevo.
Forse per questo non ha una casata da proteggere, è un tipo un po’ pericoloso.